Se ne sono accorti in pochi, ma il 30 marzo l’azienda tedesca Isar Aerospace ha lanciato il razzo Spectrum dalla base norvegese di Andoya. È esploso dopo circa trenta secondi, molto prima di raggiungere l’orbita, ma l’evento è comunque significativo. La Isar è nata nel 2018, finora ha raccolto finanziamenti per più di quattrocento milioni di euro. È ancora una start–up, ma è già qualcosa: è la prima speranza europea di costruire una realtà che possa offrire un’alternativa alla SpaceX di Elon Musk nel settore dei lanci spaziali privati.
Secondo un recente rapporto del parlamento europeo, la totale incapacità dell’Europa di difendere i suoi interessi nello spazio mette a rischio la sovranità e l’esistenza stessa dell’Unione europea, almeno quanto la scarsa capacità militare sul terreno. Le guerre ormai cominciano dallo spazio, dall’attacco ai satelliti dei nemici per accecarli (come ha fatto la Russia nel 2022 prima di invadere l’Ucraina), e l’Europa non è in grado di difendersi da sola. Oggi dipende dai satelliti Starlink di Musk.
Sparare un razzo per trenta secondi è l’inizio del primo passo. Come ricorda il sito della Isar, riuscire a lanciare qualcosa in orbita è la premessa per poi agire nello spazio. Musk ha cominciato nel 2002. L’Europa deve riuscirci in molto meno di vent’anni. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1608 di Internazionale, a pagina 103. Compra questo numero | Abbonati