◆ Ormai è un po’ ridicolo dire che Conte non ha fatto la gavetta. Bisognerebbe invece sottolineare che, anche senza gavetta, nel giro di poco tempo ha duellato ad armi impari non con gregari ma con ben tre dei duellanti meglio addestrati oggi attivi nell’arena politica: Salvini, Renzi, Grillo. Questi cavalieri, ciascuno a suo modo, la sanno lunghissima su come si distribuiscono colpi alti e colpi bassi durante i tornei. Il personaggio di Conte, professore garbato, avrebbe dovuto tenersi alla larga da chi sa giostrare, cosa che nei limiti del possibile ha fatto. Ma quando ha dovuto duellare, ha duellato con audace ingenuità, come se davvero potesse farcela a forza di stoccate cortesi. Ora l’ingenuità, in specie politica, di solito è disprezzata. Ma andrebbe rivalutata, può diventare uno scombino. Il pubblico sugli spalti, infatti, l’ha presa in questo senso e, qualunque sia stato l’esito dei duelli, Conte è piaciuto e seguita a piacere più dei suoi addestratissimi avversari. A ogni scontro riluttante, lui incarna sempre meglio lo stereotipo del cittadino perbene che non dimentica la moderazione anche quando dice: adesso basta. Sicché la sua gavetta personale pare stia diventando la tenzone con chi lo valuta meno di zero e non ne sopporta, non ne ha mai sopportato, la casuale inutile presenza nell’arena. Il prossimo duello sarà con Meloni? O con lo scafatissimo Draghi?
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Questo articolo è uscito sul numero 1417 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati