Al Fatah

Hamas e Al Fatah firmano a Pechino un accordo di unità nazionale

Hamas ha annunciato il 23 luglio di aver firmato a Pechino un accordo di “unità nazionale” con il partito rivale Al Fatah. Secondo il governo cinese, l’accordo prevede un’amministrazione congiunta per il dopoguerra. Leggi

Il governo di unità nazionale palestinese si dimette

Il primo ministro palestinese Rami Hamdallah ha presentato le dimissioni del suo governo di unità nazionale. La decisione è stata presa a causa della frattura tra la Cisgiordania, amministrata dal Al Fatah, e la Striscia di Gaza, sotto il controllo di Hamas dal 2006, e della sfida rappresentata dalle discussioni segrete che Hamas starebbe conducendo con Israele. Il presidente palestinese Abu Mazen ha accettato le dimissioni e ha ordinato a Hamdallah di formare un nuovo governo. Hamdallah comincerà immediatamente le consultazioni con tutti i movimenti palestinesi, compreso Hamas, e probabilmente cercherà di formare un nuovo governo di unità nazionale.

Le dimissioni sanzionano l’incapacità di agire del governo formato nel giugno del 2014 per mettere fine ad anni di divisioni. Le due fazioni avevano concordato un piano di riconciliazione, che però è rimasto lettera morta.

Hamas ha fatto sapere di essere contraria alla decisione unilaterale di dissolvere il governo e ha detto che si opporrà ai cambiamenti imposti senza il consenso di tutte le parti. Secondo alcuni funzionari palestinesi, a spingere il governo alle dimissioni è stata la diffusione della notizia dei colloqui indiretti tra Israele e Hamas per promuovere un cessate il fuoco di lunga durata nella Striscia di Gaza. Hamas ha negato, ma il funzionario Bassem Naim, ai vertici dell’organizzazione, ha detto che Abu Mazen è stato “colto impreparato” dalla notizia.

Abu Mazen minaccia le dimissioni del governo di riconciliazione

Il presidente palestinese Abu Mazen ha minacciato di fare dimettere nelle prossime ore il governo guidato da Rami Hamdallah. Secondo la stampa israeliana e palestinese, Abu Mazen ne ha parlato in una riunione del Consiglio rivoluzionario di Al Fatah, la sera del 16 giugno. Le dimissioni sarebbero dovute all’impossibilità del governo di unità nazionale di operare nella Striscia di Gaza per gli ostacoli frapposti da Hamas. Abu Mazen dovrebbe incontrare subito Hamdallah al quale chiederà di formare un nuovo governo.

L’esecutivo si è insediato nel giugno scorso, proprio per mettere fine alle gravi divergenze tra Al Fatah, che amministra la Cisgiordania, e Hamas, che controlla la Striscia di Gaza. Israele e Hamas hanno avviato contatti indiretti per una tregua sul lungo termine nella Striscia, con la collaborazione di mediatori arabi ed europei. E sarebbe proprio questo il motivo della decisione di Abu Mazen, convinto che un’eventuale intesa tra lo stato ebraico e Hamas – con il coinvolgimento del Qatar e della Turchia – lo isolerebbe a livello politico e rappresenterebbe un duro colpo per il governo di riconciliazione guidato da Hamdallah.

Le due parti governano separatamente da quando Hamas, che vinse le elezioni nel 2006, allontanò Fatah dalla Striscia di Gaza nel 2007. Anche se il partito di Abu Mazen e il movimento islamico hanno formalmente accettato il nuovo governo, restano profondi contrasti. Hamas ha già fatto sapere attraverso un portavoce che si opporrà a “qualsiasi cambiamento unilaterale nel governo” a cui è associato.

Esplosioni contro Al Fatah nella Striscia di Gaza

Circa dieci esplosioni hanno colpito le abitazioni e le automobili di alcuni esponenti del partito politico Al Fatah nella Striscia di Gaza.

Gli attentati, che non hanno causato vittime e non sono stati rivendicati, sono stati condannati da Al Fatah e dal gruppo islamico Hamas, al potere nella Striscia.

Le esplosioni si sono succedute nel giro di qualche ora a partire dalle 6,30 di mattina, ora locale. Una di queste ha colpito un palco montato nell’ovest della Striscia in vista delle celebrazioni per il decimo anniversario della morte di Yasser Arafat, l’11 novembre.

Rami Hamdallah, il primo ministro del governo di unità nazionale palestinese, composto da Al Fatah e Hamas, ha annullato la sua visita a Gaza prevista per il 9 novembre. Avrebbe dovuto incontrare Federica Mogherini, alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea. Afp

La falsa vittoria di Hamas

Mentre gli islamisti contano i danni, il nuovo accordo permette all’Autorità palestinese di parlare nuovamente a nome di tutta la popolazione. Leggi

La solidarietà e l’impotenza

C’è un furgoncino con dei grandi altoparlanti che gira per le strade di Ramallah. Trasmette delle canzoni nazionaliste, cercando di rompere l’atmosfera laboriosa che si respira in città e di risvegliare lo spirito ribelle dei suoi abitanti. Leggi

Per i palestinesi l’unità è il primo obiettivo

La solidarietà con Gaza dev’essere il punto di partenza per ricostituire l’Olp e creare un fronte unito nei negoziati con Israele. Leggi

Rompere l’assedio

Hamas e Al Fatah hanno capito che devono unire le forze per superare l’embargo di Gaza e ottenere la libertà di movimento per i palestinesi. Leggi

Gaza è un vicolo cieco

La nuova crisi tra israeliani e palestinesi dimostra che nessuna delle due parti ha ancora imparato niente dal conflitto. Leggi

Un potere enorme

Il capo del partito Al Fatah ha espulso cinque politici di lungo corso accusati di aver ignorato la linea ufficiale. Leggi

Autocensura

Nella stessa giornata ho ascoltato due amici, uno di Ramallah e l’altro di Gaza, pronunciare frasi simili. Leggi

Una lista unica per la sinistra

“Qualunque sia il risultato delle elezioni amministrative, creeremo un comitato per vigilare sul comportamento delle autorità di El Bireh”, una città della Cisgiordania. Leggi

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