Di cosa sono colpevoli il Sudan e i sudanesi? Perché il mondo li ignora? Da quasi due anni il paese soffre per la guerra tra le Forze di sostegno rapido (Rsf) del generale… Leggi
Più di cento persone sono morte e centinaia sono rimaste ferite il 9 dicembre in un raid aereo dell’esercito contro un mercato del Darfur Settentrionale, nell’ovest del Sudan, ha affermato il 10 dicembre un’associazione di avvocati. Leggi
Una rete di soccorso composta da volontari ha affermato il 13 ottobre che ventitré persone sono morte il giorno prima quando l’aviazione sudanese ha colpito un mercato della capitale Khartoum. Leggi
Raid aerei e colpi d’artiglieria hanno scosso il 26 settembre la capitale sudanese Khartoum, dove l’esercito è impegnato in “aspri combattimenti” con le forze paramilitari che controllano gran parte della capitale. Leggi
Dopo più di un anno di guerra, nella capitale sudanese restano solo gli scheletri dei palazzi, dei grattacieli e dei grandi mercati. Tra le rive del Nilo gli scontri armati continuano con violenza, ma c’è chi è deciso a rimanere Leggi
Il 13 giugno il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto ai paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) di mettere fine all’assedio di Al Fashir, capoluogo dello stato del Darfur Settentrionale, nell’ovest del Sudan. Leggi
Almeno 27 persone sono morte e 130 sono rimaste ferite nei combattimenti tra l’esercito sudanese e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) ad Al Fashir, nella regione occidentale del Darfur. Leggi
La comunità internazionale è piuttosto assente. Mentre vari paesi, dagli Emirati Arabi Uniti al Ciad, sono coinvolti in qualche modo nel conflitto, a sostegno dell’esercito o dei paramilitari delle Forze di supporto rapido. Leggi
In un anno in Sudan è triplicato il numero delle persone in emergenza alimentare, lo stadio che precede la carestia. L’agenzia di stampa Reuters ha raccolto le loro testimonianze Leggi
Con l’aggravarsi del conflitto, nell’ovest del Sudan si accentuano le divisioni etniche. L’intervento di un gran numero di combattenti zaghawa potrebbe minacciare la stabilità del Ciad Leggi
All’inizio di novembre i miliziani del generale Hemetti hanno attaccato un accampamento vicino al confine con il Ciad, compiendo uno dei peggiori massacri dall’inizio della guerra Leggi
Anche in Sudan lo stupro è usato come arma di guerra. Nel paese devastato dai combattimenti tra due forze armate rivali, le sopravvissute possono contare solo sul sostegno di alcune reti civiche Leggi
I sudanesi stanno pagando un prezzo altissimo per gli ultimi tre mesi di conflitto tra fazioni rivali. I negoziati non decollano e le violenze sembrano ormai fuori controllo Leggi
Il 10 luglio l’esercito del Sudan, guidato dal generale Abdel Fattah al Burhan, non ha mandato nessun rappresentante in Etiopia, dove l’organizzazione Intergovernmental... Leggi
Il fragile equilibrio trovato con gli accordi del 2020 in Darfur ormai non regge più. La ripresa degli scontri tra gruppi armati evoca lo spettro dei massacri degli anni duemila. Leggi
I combattimenti scoppiati il 15 aprile tra l’esercito sudanese e un’unità paramilitare rischiano di far sprofondare il paese e l’intera regione nel caos Leggi
Da gennaio nuovi scontri e attacchi hanno colpito la regione occidentale del Sudan. Il ritiro della missione di pace e le difficoltà legate alla transizione politica alimentano il conflitto tra diverse comunità locali. Leggi
Le voci delle famiglie dei morti dell’ultimo naufragio nel Mediterraneo, le loro storie e come siamo arrivati a questa nuova tragedia. Leggi
Human rights watch ha pubblicato un rapporto in cui accusa i soldati sudanesi di aver stuprato circa 221 donne nella regione del Darfur tra il 30 ottobre e il 1 novembre del 2014. L’organizzazione ha raccolto testimonianze da 15 vittime e altre 24 persone, che hanno confermato lo stupro di massa avvenuto nella città di Tabit.
Il portavoce dell’esercito sudanese Alswarmi Khalid ha negato le accuse e ha affermato che si tratta di un “tentativo di mettere pressione sul governo per il mantenimento della missione di peacekeeping dell’Unione africana e dell’Onu nel Darfur”.
Secondo le Nazioni Unite lo stupro è un’arma di guerra comune nel Darfur. Per Aisha Elbasri, ex portavoce della missione dell’Onu nel paese, i funzionari delle Nazioni Unite hanno sistematicamente omesso di riportare gli attacchi contro i civili da parte dell’esercito sudanese, così come episodi di stupro.
Il governo del Sudan ha negato i fatti di Talit. Reuters
L’esercito del Sudan ha riconquistato alcune zone controllate dai ribelli nelle regioni del Darfur e del Kordofan del Sud. Lo ha annunciato un portavoce dei vertici militari, aggiungendo che diversi soldati sono stati uccisi negli scontri.
Nel Darfur le tribù non arabe hanno imbracciato le armi nel 2003 contro il governo arabo di Khartoum, accusato di discriminazione. I ribelli del Darfur hanno unito le forze con i gruppi armati delle province meridionali del Nilo azzurro e del Kordofan del Sud, composti da ex combattenti della guerra civile rimasti nella zona dopo la secessione del Sud Sudan nel 2011.
Secondo le Nazioni Unite, in Darfur in più di dieci anni di combattimenti sono morte oltre trecentomila persone e gli sfollati interni sono due milioni. Al Jazeera
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