Anovembre 2023 l’amministrazione Biden ha criticato Elon Musk per la sua “ripugnante promozione dell’odio antisemita e razzista”, per il suo appoggio a quella che il portavoce della Casa Bianca ha definito una “orribile menzogna” sugli ebrei. Questa posizione potrebbe far pensare che l’amministrazione Biden abbia preso le distanze dalla persona più ricca del mondo. In realtà il governo sta diventando sempre più dipendente da Musk. Per il 2024 ha commissionato alla SpaceX, l’azienda aerospaziale del miliardario di origine sudafricana, viaggi per un valore di 1,2 miliardi di dollari, per mandare in orbita risorse cruciali per il Pentagono, compresi satelliti spia e di comando e controllo militare.
Nel 2023 il Pentagono ha anche accettato di pagare decine di milioni di dollari per lo Starshield, un nuovo sistema di comunicazione protetta che l’azienda ha creato per i sistemi di difesa e intelligence del paese, basandosi sugli stessi di satelliti, chiamati Starlink, che si sono rivelati vitali per l’esercito ucraino nella guerra contro la Russia.
Questi progetti di collaborazione mostrano che, finché il governo di Washington vorrà continuare l’esplorazione spaziale e tenere testa alle superpotenze rivali, avrà bisogno dei razzi e dei satelliti di Musk. Raramente il governo degli Stati Uniti è stato così dipendente dalla tecnologia fornita da un singolo imprenditore. Una situazione dovuta al fatto che finora nessun’altra azienda è riuscita a fornire i servizi di Musk.
Dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina, nel febbraio 2022, la dipendenza da Musk non ha fatto che aumentare. L’imprenditore ha messo a disposizione degli ucraini il sistema satellitare Starlink, permettendogli di continuare a comunicare e di colpire i russi. Quando Musk ha respinto la richiesta di estendere la copertura del sistema anche alla Crimea, gli ucraini hanno scoperto di non poter usare i droni per attaccare le navi russe.
In seguito Musk ha raggiunto un accordo con il generale Mark A. Milley, capo dello stato maggiore congiunto statunitense, fino al settembre 2023, sul programma Starshield. A controllarlo sarà il Pentagono, per fare in modo che lo spazio in cui potrà operare non dipenda dai capricci di un singolo imprenditore.
Tonnellate nello spazio
La Nasa sta anche discutendo con Musk contratti separati, del valore di almeno quattro miliardi di dollari, per far atterrare sulla Luna due gruppi di astronauti con un nuovo razzo della SpaceX, a cinquant’anni dal primo allunaggio. Gli Stati Uniti si appoggiano alla SpaceX anche per rifornire la Stazione spaziale internazionale e trasportare i nuovi equipaggi.
Secondo l’analisi di Bryce Tech, un’azienda di analisi del settore, durante il secondo trimestre del 2023 la SpaceX ha inviato nello spazio quasi l’80 per cento del carico utile mondiale, circa 214 tonnellate. Più di cinque volte quello che Russia e Cina hanno portato in orbita collettivamente e quasi 40 volte di più rispetto alla United launch alliance, la principale concorrente statunitense della SpaceX. Secondo i funzionari del Pentagono il governo statunitense ha tratto vantaggio dal rapporto con Musk. “Ci ha permesso di ridurre drasticamente i nostri costi per andare in orbita”, ha dichiarato il segretario all’aeronautica Frank Kendall in un’intervista rilasciata al New York Times. Ma i funzionari del dipartimento della difesa, compreso Kendall, dicono che stanno cercando di allargare le loro possibilità di scelta per i lanci nello spazio, sia riguardo ai carichi commerciali più piccoli sia ai lanci più costosi e delicati per la sicurezza nazionale. Presto accetteranno offerte da nuovi fornitori in modo da rendere gli Stati Uniti meno dipendenti da un’unica azienda.
Il successo della SpaceX è arrivato in un momento in cui l’interesse per lo spazio è cresciuto a ritmi vertiginosi, a causa dei rapidi progressi nella tecnologia di sorveglianza e comunicazione nell’orbita terrestre e della competizione sempre più intensa con la Cina sul possibile uso militare dello spazio.
Nei prossimi anni il Pentagono lancerà nell’orbita terrestre bassa migliaia di satelliti più piccoli ed economici. L’obiettivo è difendersi meglio da un possibile attacco della Cina, che potrebbe mettere fuori uso quelli tradizionali già presenti nello spazio, che sono pochi, grandi e costosi. “Immaginate di lanciarne decine alla volta, così tanti che sia impossibile eliminarli o danneggiarli tutti”, ha detto Kathleen Hicks, vicesegretaria alla difesa. È possibile quindi che in futuro il governo farà ancora più affidamento sulla SpaceX.
Alcuni al congresso sono preoccupati. Il comitato per i servizi armati del senato sta esaminando la posizione dominante della SpaceX nella fornitura all’esercito d’accesso allo spazio e alle comunicazioni spaziali. “Sono emersi problemi di sicurezza nazionale”, ha detto il senatore democratico Jack Reed dopo la scoperta che la SpaceX aveva limitato l’accesso degli ucraini a Starlink a un certo punto della guerra. “Quando si tratta della sicurezza nazionale, né Elon Musk né nessun altro privato cittadino può avere l’ultima parola”, ha detto. ◆ bt
◆ Il 16 marzo 2024 la Reuters ha rivelato nuovi particolari sugli accordi tra la SpaceX, l’azienda aerospaziale di Elon Musk, e il dipartimento della difesa statunitense. “Secondo cinque fonti vicine al Pentagono, la SpaceX sta costruendo una rete di centinaia di satelliti spia nell’ambito di un contratto riservato con il National reconnaissance office (Nro), un’agenzia di intelligence che gestisce questi sistemi”. Il contratto, firmato nel 2021, vale circa 1,8 miliardi di dollari. La rete di satelliti sarà costruita dalla Starshield, un’unità della SpaceX nata per collaborare con enti governativi e agenzie militari. I satelliti potranno tracciare obiettivi a terra e condividere i loro dati con l’esercito e l’intelligence, consentendo al governo statunitense di acquisire rapidamente immagini continue delle attività a terra quasi ovunque nel mondo e ampliare le sue capacità di sorveglianza.
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Questo articolo è uscito sul numero 1555 di Internazionale, a pagina 51. Compra questo numero | Abbonati