È opinione comune che le guerre finiscano con i negoziati. Ma in realtà spesso finiscono o restano congelate con le elezioni. È così che finirono la guerra degli Stati Uniti in Vietnam e quella francese in Algeria. E fu con la sconfitta di Slobodan Milošević alle urne nel 2000 che si concluse davvero la guerra nell’ex Jugoslavia. Oggi il conflitto in Ucraina sta infuriando all’ombra d’importanti elezioni previste per il 2024. Il fatto che si voti in Russia, Ucraina, Taiwan e Stati Uniti sarà fondamentale per determinare in che modo proseguirà la guerra nei prossimi mesi. L’esito di queste elezioni potrebbe definire il futuro dell’ordine mondiale.
A marzo del 2024 si terranno le presidenziali in Russia e in Ucraina. Ci vuole davvero molta fantasia per immaginare una sconfitta di Vladimir Putin. Sotto il peso della sua “operazione speciale” finora fallimentare, però, il presidente russo ha buoni motivi per temere che, nel caso di una sconfitta militare o di un conflitto congelato in una posizione di svantaggio per Mosca, dovrà affrontare l’opposizione non solo dei pochi progressisti rimasti nel paese, ma anche di una destra nazionalista mobilitata e credibile. Non è mai successo nei vent’anni e più in cui è stato al potere, ma una campagna elettorale intrecciata ai fallimenti sul fronte ucraino potrebbe innescare l’ondata anti-Putin che europei e statunitensi aspettano da tempo, anche se con ogni probabilità in Russia non aumenterà la libertà.
Il voto in Russia, Ucraina, Taiwan e Stati Uniti nel 2024 sarà fondamentale per determinare in che modo proseguirà il conflitto tra Kiev e Mosca nei prossimi mesi
Anche le elezioni in Ucraina influenzeranno profondamente le scelte strategiche che il presidente Volodymyr Zelenskyj farà nel 2023. Per Zelenskyj sarà impossibile accettare qualunque compromesso sull’integrità territoriale del suo paese, a meno che non voglia perdere le elezioni. Un rinvio del voto è inconcepibile, ma per il suo governo organizzare le consultazioni durante la guerra, e con la maggioranza della popolazione in esilio o sfollata, rappresenterà una sfida logistica di proporzioni monumentali. Far svolgere delle elezioni libere sarà fondamentale per rafforzare l’immagine dell’Ucraina come un Davide democratico che lotta contro l’autoritario Golia russo.
Nella serie di consultazioni previste nel 2024, le presidenziali di Taiwan potrebbero diventare un jolly che influenzerà la dinamica della guerra tra Russia e Ucraina. Il timore di una vittoria dei nazionalisti potrebbe influenzare la strategia “dell’unificazione” di Pechino. Tra l’altro non si sa ancora che lezione il presidente Xi Jinping abbia tratto dall’invasione russa. Pensa che Putin abbia sbagliato a cominciare la guerra o che l’abbia cominciata troppo tardi? La necessità di tenere a distanza gli statunitensi potrebbe anche convincere il governo cinese, già umiliato dal fallimento nella gestione della pandemia, ad aumentare il suo aiuto a Mosca nella speranza di tenere gli Stati Uniti intrappolati in un conflitto europeo.
Anche la prospettiva delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e, in misura minore, di quelle per il rinnovo del parlamento europeo influenzeranno il futuro della guerra. Le presidenziali statunitensi potrebbero essere più decisive per gli esiti della guerra rispetto a qualsiasi operazione militare sul campo. Gli ucraini non potrebbero resistere alla macchina omicida di Putin se Washington e Bruxelles decidessero di tagliare il loro sostanzioso sostegno militare e finanziario. In questo senso Kiev ha ragione a temere una possibile sconfitta dei democratici alle urne, perché il supporto statunitense ai suoi sforzi militari potrebbe indebolirsi a seconda di quali leader repubblicani dovessero prevalere.
Per i democratici statunitensi e i loro alleati europei, invece, un successo di Putin nel Donbass o un coinvolgimento diretto della Nato nella guerra potrebbero avere un peso notevole nel determinare chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti e chi sarà eletto al parlamento di Bruxelles. Un trionfo russo al fronte o un maggiore coinvolgimento della Nato nel conflitto potrebbe far pendere l’ago della bilancia dalla parte dei repubblicani. L’ultima cosa di cui i democratici e i loro alleati europei hanno bisogno è ritrovarsi con elettori che incolpano la Casa Bianca di aver scatenato la terza guerra mondiale. Se Joe Biden e i suoi alleati europei vogliono vincere le elezioni, è fondamentale che gli ucraini continuino a vincere sul campo di battaglia.
Sappiamo quanto l’interdipendenza economica e la proliferazione delle armi nucleari abbiano cambiato la natura della guerra moderna. Quello che ancora non sappiamo è in che modo questa serie di elezioni potrebbe a sua volta modificare la natura del conflitto in Ucraina, soprattutto in un momento di forte polarizzazione nel mondo.
Qual è la morale della storia? Nel ventunesimo secolo per vincere le guerre non basta avere la meglio sul campo di battaglia. È necessario anche vincere le elezioni, e non solo nel tuo paese. ◆ gim
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Questo articolo è uscito sul numero 1494 di Internazionale, a pagina 40. Compra questo numero | Abbonati