“È più divertente essere un nazista”, ha dichiarato mio figlio, un quattordicenne amante della libertà che ha passato gran parte dell’estate a giocare con i suoi amici a Secret Hitler, un popolare gioco da tavolo uscito per la prima volta nel 2016. In Secret Hitler i concorrenti sono divisi in modo casuale in due squadre: i democratici, che rappresentano la maggioranza, e i nazisti (in inglese liberals e fascists). All’inizio i nazisti scoprono reciprocamente la loro identità (solo Hitler non è a conoscenza di chi siano i suoi sostenitori), mentre i democratici non hanno idea di chi siano i democratici e chi i nazisti. La squadra nazista vince se fa approvare sei leggi o se fa diventare Hitler cancelliere; quella democratica si aggiudica la partita se riesce a far approvare cinque sue leggi o a uccidere Hitler. Al centro del gioco c’è un tema fondamentale: se i democratici imparassero a fidarsi l’uno dell’altro, avrebbero sempre i voti per vincere. Ma non è facile, perché i nazisti dicono qualunque cosa pur di essere scambiati per democratici e perché a volte un democratico non ha altra scelta se non quella di sostenere una legge fascista.
In Secret Hitler il destino della democrazia non è nelle mani degli elettori: dipende dalla capacità delle élite democratiche di fidarsi degli amici e smascherare i nemici. La questione che il gioco pone è lampante: vale lo stesso anche nella vita reale?
Le idee dell’opinione pubblica non sono cambiate molto negli ultimi vent’anni. Sono i cambiamenti istituzionali il motivo per cui l’estrema destra va al potere in Europa
In un libro pubblicato di recente, Democracy erodes from the top (Princeton university press 2023), il politologo statunitense Larry Bartels sostiene che l’idea diffusa secondo cui uno tsunami populista stia distruggendo le democrazie europee è sbagliata. Lo studioso dimostra che il sostegno pubblico alle politiche e alle idee di estrema destra non è cambiato molto negli ultimi vent’anni, e non ci sono prove che l’opinione pubblica si sia spostata a destra. La democrazia, sostiene Bartels, s’indebolisce dall’alto. Le politiche di coalizione sbagliate o i cambiamenti istituzionali sono il vero motivo per cui l’estrema destra sale al potere. La presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni sarebbe d’accordo con lui. L’impressionante maggioranza ottenuta dalla sua coalizione di destra alle elezioni dello scorso settembre non è stata la conseguenza di un radicale cambiamento nelle preferenze degli elettori, ma dell’incapacità dei leader della sinistra italiana di collaborare e fidarsi l’uno dell’altro. In Polonia è lo stesso. Alle elezioni del 15 ottobre potrebbero essere i partiti moderati a perdere invece che quelli estremisti a vincere.
Le persone possono tollerare un governo autoritario, ma non lo votano se possono scegliere. Le recenti consultazioni europee hanno dato ragione a Bartels: il partito di estrema destra dei Democratici svedesi non è riuscito a vincere le elezioni, e in Spagna Vox è andato molto peggio rispetto ai sondaggi. Nel mio paese d’origine, la Bulgaria, il partito nazionalista Rinascita probabilmente ha causato molte notti insonni ai democratici, ma i suoi risultati effettivi sono stati più modesti di quello che gli oppositori temevano.
Il politologo Bartels e i creatori di Secret Hitler concordano sul fatto che la più grande sfida per i partiti moderati non è quanto sia forte l’orientamento fascista della società, ma il grado di “confusione liberale” e la conseguente mancanza di buonsenso politico. Ma qui non lasciatevi confondere: fare le scelte giuste non è la stessa cosa che avere i giusti princìpi. Il gioco suggerisce anche che un nuovo Hitler potrebbe essere diverso da quello del passato. Mentre il personaggio storico era un feroce rivoluzionario, ubriaco di potere, il gioco da tavolo mostra che un nuovo dittatore potrebbe essere più disposto a sostenere le politiche democratiche (per ottenere i voti necessari a essere eletto cancelliere). Non sempre sappiamo chi potrebbe essere fascista prima che arrivi al potere.
Nei prossimi mesi l’Europa dovrà affrontare diverse elezioni importanti. Il 30 settembre gli slovacchi andranno alle urne e ci sono reali possibilità che la politica del paese prenda la stessa direzione illiberale dell’Ungheria sotto il primo ministro Viktor Orbán. A ottobre le consultazioni in Polonia potrebbero essere decisive per il futuro dell’Europa. Il partito al potere, Diritto e giustizia (Pis), considera un potenziale terzo mandato come l’occasione per “ingabbiare” il sistema: vuole stabilire il controllo sui tribunali, sui mezzi d’informazione e su altre istituzioni, così da mettere a tacere l’opposizione.
Quando ho chiesto a mio figlio perché è più divertente essere un nazista, non ha esitato: i nazisti fanno gioco di squadra, mentre i democratici sono i peggiori nemici di se stessi e sono paralizzati dalla diffidenza. Ha ragione: non è divertente ignorare chi sono i tuoi alleati, ma quello che c’insegna l’esempio ungherese è che se i democratici perdono a Secret Hitler, non gli resta nessun gioco da vincere. ◆ fdl
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Questo articolo è uscito sul numero 1527 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati