La decisione israeliana di violare la tregua bombardando Gaza dimostra la volontà di Benjamin Netanyahu di restare al potere. E il fallimento dell’occidente come guida morale del mondo Leggi
Una giornalista palestinese che vive nella Striscia di Gaza racconta il terrore per i nuovi attacchi israeliani Leggi
Pur di raggiungere i suoi obiettivi politici, il premier israeliano è disposto a prolungare senza limiti la guerra Leggi
La proposta di Donald Trump di trasferire gli abitanti del territorio palestinese avvelenerà la società israeliana e metterà a rischio il futuro della regione Leggi
Il gruppo armato, sostenuto dal Ruanda, ha annunciato un cessate il fuoco unilaterale per motivi umanitari nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Leggi
In Israele è nato lo stato di Kahane (dal nome del rabbino Meir Kahane, fondatore del kahanismo, un’ideologia estremista ebraica che propone il trasferimento forzato di… Leggi
L’accordo entrato in vigore il 19 gennaio darà un po’ di sollievo agli abitanti della Striscia di Gaza. Ma potrebbe avviare una nuova fase di pulizia etnica con il sostegno dell’amministrazione di Donald Trump Leggi
Pur avendo perso gran parte delle risorse e delle capacità di comando e controllo, il gruppo estremista palestinese è politicamente forte. Anche perché non ci sono alternative Leggi
Non sarà il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a determinare il destino della Striscia di Gaza. Un’analisi dell’esperto di questioni militari del quotidiano israeliano Leggi
Il 20 gennaio Israele ha scarcerato novanta prigionieri palestinesi poche ore dopo la liberazione di tre ostaggi israeliani da parte di Hamas, come previsto dall’accordo di tregua entrato in vigore nella Striscia di Gaza il 19 gennaio. Leggi
Il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà il 17 gennaio dopo la definizione degli ultimi dettagli dell’accordo per una tregua tra Israele e Hamas, mentre gli Stati Uniti si sono detti fiduciosi di una sua entrata in vigore il 19 gennaio. Leggi
Nove persone sono morte nei raid dell’esercito di Tel Aviv contro alcuni villaggi nel sud del Libano, ma secondo il governo statunitense “il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah sta tenendo”. Leggi
Il primo ministro Netanyahu ha annunciato di aver approvato la tregua con Hezbollah, sottolineando che lo stato ebraico manterrà “la piena libertà” di attaccare il gruppo sciita se violerà in qualsiasi modo l’accordo. Leggi
Il gabinetto di sicurezza israeliano è riunito per decidere se accettare una proposta di cessate il fuoco nella guerra contro Hezbollah in Libano, mentre Israele sta conducendo attacchi massicci sui sobborghi meridionali di Beirut. Leggi
Gli abitanti di Jit raccontano l’aggressione organizzata da un gruppo di persone provenienti dai vicini insediamenti israeliani. Ora vivono nel terrore che la violenza possa ripetersi Leggi
Gli Stati Uniti sono determinati ad arrivare a un accordo per mettere fine alla guerra ed evitare un’escalation regionale. Ma restano ancora molte questioni da affrontare Leggi
I giornalisti della Striscia sono gli unici che documentano le atrocità dell’esercito israeliano. Ma l’attenzione della comunità internazionale sta diminuendo, scrive uno di loro Leggi
La decisione di Washington di astenersi all’Onu, consentendo l’approvazione di una risoluzione per chiedere una tregua immediata a Gaza, segna una frattura con Israele Leggi
Le delegazioni del governo colombiano e delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) hanno ripreso i negoziati di pace all’Avana, dopo giorni di tensione in seguito alla sospensione del cessate il fuoco. Il 22 maggio i guerriglieri avevano preso la decisione di sospendere il cessate il fuoco in vigore dal dicembre del 2014 dopo che 26 dei suoi combattenti erano stati uccisi in un’offensiva governativa. Altri cinque guerriglieri sono stati uccisi in un nuovo raid dell’esercito nel fine settimana.
“Senza dubbio, gli avvenimenti della settimana scorsa sono un passo indietro nei progressi fatti finora al tavolo dei negoziati”, ha detto Pablo Catatumbo, della delegazione delle Farc, alla ripresa dei colloqui. “Questa è la strada sbagliata ed è ovvio che la pace non sarà mai raggiunta con un aumento del conflitto”, ha detto ancora Catatumbo, che ha assicurato che il processo di pace andrà avanti, perché “non possiamo gettare al vento gli sforzi che abbiamo compiuto in quasi tre anni di colloqui”.
Nel fine settimana il comandante delle Forze militari colombiane, il generale Juan Pablo Rodríguez, aveva ordinato la mobilitazione di primo grado dell’esercito in vista di una possibile ripresa del conflitto. La nota sottolineava inoltre la necessità di rivedere tutti i piani e le norme di sicurezza nelle zone rosse, dove di solito si registrano i combattimenti con i guerriglieri.
Ora Israele deve aprire Gaza al mondo e avviare un vero dialogo sul futuro dei Territori occupati. Leggi
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